Oggi nel panorama sanitario c’è sempre una maggior collaborazione tra le varie figure
coinvolte, tra cui i pazienti. Anche le aziende farmaceutiche sono interessate a coinvolgere i
pazienti per meglio per cogliere esigenze, bisogni, dubbi, ostacoli, emozioni.
L’obiettivo primario del patient engagement è includere i pazienti nel processo decisionale di
cura sia per quanto riguarda la sua condizione di salute, i trattamenti o anche il possibile
sviluppo di servizi che supportino il paziente o le persone che se ne prendono cura (caregiver).
Dalla collaborazione con GlaxoSmithKline SpA emerge la volontà di dare voce alle persone
coinvolte a diverso titolo nelle patologie oncologiche (pazienti/caregiver) che si confrontano
con una neoplasia ovarica. Questo si è tradotto in un progetto di un breve questionario
proposto alle associate Loto con l’obiettivo di identificarne le necessità principali.
Dalle risposte scaturisce una necessità primaria: le pazienti non devono essere lasciate sole.
Tra le varie proposte c’è chi chiede di rafforzare i punti di supporto sul territorio, anche con
servizi e attività rivolte al benessere psicofisico; chi propone incontri individuali per
approfondire i benefici e gli effetti collaterali di farmaci; chi consiglia di supportare gli ospedali
nel rinnovamento dei macchinari e nella specializzazione del personale. C’è anche chi, in modo
molto pragmatico, chiede di ripensare alla modalità di confezionamento dei farmaci, così che
possano essere resi disponibili in bustine e/o pastiglie più piccole possibili.
Dall’analisi dell’indagine risulta che, tra i potenziali servizi percepiti come più utili dalle
pazienti, il 64% delle intervistate indica l’attivazione di un call center telefonico gestito da
psicologi, il 27% suggerisce corsi per una corretta alimentazione da seguire nel corso delle
terapie e il 7% un servizio di accompagnamento.
Attraverso questo link è possibile accedere ai risultati completi della survey : scarica report