Con la sua direttrice Manuela Bignami e insieme alla Professoressa Anna Fagotti del Policlinico Gemelli di Roma, Loto ha partecipato a una conferenza stampa in occasione del congresso della Società Europea di Oncologia Ginecologica (ESGO) per discutere, assieme ad altre associazioni, l’importanza dei test genomici nella diagnosi e nel trattamento del tumore ovarico. In Italia l’accesso a questi test non è omogeneo, con differenze regionali significative, fattore che mette a rischio la possibilità di un trattamento mirato e tempestivo per tutte le donne.
I test genomici come quello HRD (Homologous Recombination Deficiency) sono fondamentali per personalizzare le terapie in base alle caratteristiche genetiche del tumore. Ciononostante l’accesso a questi test è spesso limitato e solo la ricerca delle mutazioni BRCA è inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), laddove l’HRD non è ancora rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. Nondimeno, la disponibilità dei test è concentrata in pochi centri specializzati.
La direttrice Loto Manuela Bignami ha sottolineato l’importanza di una rete di centri qualificati per garantire che tutte le pazienti possano accedere a diagnosi e trattamenti all’avanguardia, chiedendo l’adozione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) nazionale per uniformare le pratiche e ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure.
Nell’ambito del quotidiano lavoro per sensibilizzare le istituzioni e migliorare la qualità di vita delle donne colpite dal tumore ovarico, Loto sostiene anche il progetto Olivia, di cui ha curato la versione italiana: una piattaforma digitale che fornisce informazioni e supporto a pazienti e famiglie durante tutto il percorso terapeutico.
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