logo

Un nuovo studio per la Ginecologia Oncologica del Sant’Orsola di Bologna

A livello mondiale l’atteggiamento dei chirurghi non è univoco nel valutare l’efficacia della chirurgia nelle pazienti in cui la chemioterapia agisce più lentamente.

Un recente studio condotto su circa 300 pazienti presso la Ginecologia Oncologica del Sant’Orsola, unico hub di terzo livello nella regione Emilia-Romagna che gestisce la più grande casistica italiana pubblica, ha evidenziato l’importanza della chirurgia nella cura del carcinoma ovarico metastatico (carcinosi) anche dopo chemioterapia neoadiuvante.

Il prestigioso centro bolognese ha sempre creduto nel ruolo della chirurgia radicale: le evidenze scientifiche confermano che una chirurgia in grado di garantire la completa rimozione del tumore dall’addome senza lasciare alcun residuo neoplastico rappresenti la migliore strategia per prolungare la sopravvivenza di queste pazienti.

Secondo lo studio questo concetto è valido non solo nella malattia non trattata con chemioterapia, ma anche nella malattia dopo chemioterapia neoadiuvante, tanto che il gruppo di lavoro della Ginecologia Oncologica del Sant’Orsola, guidato dal Prof. De Iaco, propone il massimo sforzo chirurgico anche alle pazienti sottoposte a sei cicli di chemioterapia.

Da un confronto su sopravvivenza e tempi di recidiva tra diversi gruppi di pazienti in base al residuo di malattia dopo chirurgia e al numero di cicli di chemioterapia è emerso che l’intervento chirurgico radicale, cioè con asportazione di tutte le lesioni tumorali dopo più cicli di chemioterapia neoadiuvante, permette un netto miglioramento della sopravvivenza rispetto alle pazienti operate dopo meno cicli di chemioterapia ma con un trattamento chirurgico insoddisfacente, cioè senza completa eradicazione della malattia visibile.

Lo studio ha dimostrato che nei casi con tumore molto diffuso e con lenta risposta alla chemioterapia è utile proseguire i trattamenti fino a sei cicli prima di procedere all’intervento chirurgico, in maniera che la chemioterapia riduca ulteriormente la malattia e consenta una chirurgia soddisfacente.

Altro grande punto di forza nell’esperienza dell’équipe di Ginecologia Oncologica del Sant’Orsola è l’uso della laparoscopia, procedura diagnostica mini-invasiva che viene utilizzata dopo 3 cicli di chemioterapia per valutare l’operabilità: l’alta percentuale di pazienti sottoposte a un’operazione chirurgica con risultato completo (70%) sta ad indicare che con questo percorso di diagnosi le pazienti vengono adeguatamente selezionate, piuttosto che procedere ad una selezione soltanto sulle immagini radiologiche e sul valore dei marcatori tumorali.

Consulta le altre notizie scientifiche sul nostro sito o scrivici a insieme@lotonlus.org.

logo

Le attività di Loto esistono grazie alle donazioni e al lavoro dei volontari. Sostienici anche tu!

logo

Aderisci e contribuisci a far crescere i nostri progetti.

Con una donazione sosterrai concretamente tutti i nostri progetti e permetterai di andare avanti creandone sempre di nuovi!

Durante la dichiarazione dei redditi puoi indicare il nostro codice fiscale nell’apposito sezione dedicata al 5 per mille.

Sostienici nelle attività quotidiane diventando volontario e lavorando con noi fianco a fianco!

Puoi sostenere le nostre attività scegliendo di donare ai tuoi cari un oggetto del nostro catalogo solidale.
Scroll to Top
Torna su