Via libera unanime dell’Aula della Camera alle norme per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche, la cosiddetta legge sull’oblio oncologico.
Il testo, approvato a Montecitorio, passa al Senato. Definisce il diritto all’oblio oncologico come il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né essere oggetto di indagini sulla propria pregressa condizione patologica.
“L’approvazione del disegno di legge – spiegano l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e Fondazione Aiom – è il primo passo fondamentale per la tutela di oltre un milione di persone in Italia, che hanno superato il tumore ma continuano a essere considerate malate dalla società, con discriminazioni nell’accesso a servizi come la stipula di assicurazioni e di mutui, difficoltà nei processi di adozione e di assunzione sul lavoro. Ci auguriamo che quanto prima anche il Senato approvi la norma, perché si tratta di una battaglia di civiltà”. Questa norma, afferma Saverio Cinieri, presidente Aiom, “può porre il nostro Paese all’avanguardia in Europa nella tutela delle persone colpite dal cancro che hanno superato la malattia. Dopo l’approvazione definitiva da parte del Senato, i guariti dal cancro non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare”.
Esprimono gratitudine i pazienti ed ex pazienti, diretti interessati. Per la Federazione delle Associazioni di volontariato in oncologia (FAVO), con la legge “vengono cancellati per legge lo stigma cancro = morte e lo stigma cancro = malattia incurabile e inguaribile, frequentemente riproposti dai media, e ancora ben radicati nell’opinione pubblica”.
“Il testo”, sottolinea Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo, “afferma il riconoscimento di un diritto universale: il ritorno alla vita dopo il cancro, poiché alla guarigione clinica deve corrispondere la guarigione sociale”.
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