I professionisti della Ginecologia Oncologica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna diretta dal Prof. De Iaco hanno contribuito alla pubblicazione di uno studio multicentrico randomizzato sull’HIPEC (Hyperthermic Intraperitoneal Chemotherapy in Platinum-Sensitive Recurrent Ovarian Cancer: A Randomized Trial on Survival Evaluation (HORSE; MITO-18)), una procedura che infonde chemioterapia nell’addome al termine della citoriduzione.
Punto di partenza per lo studio era il seguente: nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi decenni per migliorare l’efficacia delle diverse strategie terapeutiche, in particolare la chirurgia ad alta complessità in centri di riferimento e i farmaci di mantenimento, fino al 70% delle pazienti con tumore ovarico presenta una recidiva dopo il trattamento primario.
Questo fondamentale studio ha arruolato complessivamente 167 pazienti affette da prima recidiva di tumore ovarico sensibile al platino (ovvero insorta ad almeno 6 mesi dal termine della chemioterapia) e resecabile. In questo setting lo studio ha evidenziato che l’HIPEC non è gravata da importanti effetti collaterali, che la sola chirurgia eseguita quando la malattia recidiva in poche aree permette un notevole allungamento della sopravvivenza e infine che in caso di recidiva di tumori ovarici con istologia particolare (non sierosi) la chemioterapia intraperitoneale ha un effetto significativo sulla sopravvivenza.
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