Illustrazione tumori

Tumore dell’ovaio

Tumore dell’endometrio

Tumore della cervice

Tumore della vagina

Tumore della vulva

Tumore endometrio

Che cos'è

Il carcinoma endometriale è tra i più frequenti tumori femminili. Colpisce la parte superiore dell’organo, che accoglie il feto durante la gravidanza. Qui si distinguono l’endometrio, il rivestimento interno dell’organo e il miometrio lo strato più esterno (la cui contrazione è fondamentale per l’espulsione del neonato durante il parto).

Sopravvivenza in base allo stadio

Tumore endometrio causa di morte

Classificazione tra le cause della morte: 4° neoplasia più frequente nelle donne

10 donne ogni 100.000 destinate a svilupparlo

Quanto è diffuso

Il carcinoma endometriale rappresenta il sesto tumore maligno più comune nel sesso femminile ed il secondo tumore ginecologico nei Paesi sviluppati; In Italia, rappresenta il terzo tumore per frequenza nelle donne nella fascia di età 50-69 anni e complessivamente il 4.6 % di tutti quelli diagnosticati, con circa 8300 nuovi casi/anno. Il tumore dell’endometrio colpisce soprattutto le donne in post-menopausa (l’età media alla diagnosi è di circa 60 anni), risultando infrequente nelle donne di età inferiore ai 45 anni. 
Mortalità: nel 2021 sono stimati 3.100 decessi.

Fattori di rischio

I fattori di rischio comprendono:

  • Fattori di rischio ambientali: condizioni che determinano una condizione di dismetabolismo, insulino-resistenza e conseguentemente flogosi cronica che favoriscono la tumorigenesi. In particolare:
  • Sovrappeso e obesità
  • Diabete mellito, dislipidemia, ipertensione arteriosa o elevato consumo di carne rossa ma apparentemente senza nessun rischio correlato al consumo di altri prodotti animali
  • Fattori ormonali: condizioni che portano ad un’aumentata esposizione agli estrogeni quali menarca precoce e menopausa in età tardiva (> 55 aa), nulliparità, policistosi ovarica, l’assunzione di estrogeni senza progestinici (es. terapia sostitutiva post-menopausa con soli estrogeni, terapia adiuvante del carcinoma mammario a base di tamoxifene), mentre l’assunzione di combinazioni con estroprogestinici a scopo contraccettivo rappresenta un fattore protettivo determinando una riduzione del rischio di tumore dell’endometrio di circa il 50%, con un effetto protettivo per più di 20 anni dopo la cessazione della terapia combinata.
  • Fattori eredo-familiari: Nell’ambito delle sindromi ereditarie la “sindrome di Lynch” è la più frequentemente correlata a tale neoplasia. Circa il 3 % dei casi di tumore dell’endometrio sono correlati a questa sindrome.

Sintomi e diagnosi

Il sintomo d’esordio della malattia è rappresentato dal sanguinamento vaginale anomalo. La precocità del sintomo fa in modo che l’80% dei tumori endometriali sia diagnosticato quando la lesione è ancora confinata all’utero. Anche per il tumore dell’utero la diagnosi precoce è fondamentale. L’esame ecografico transvaginale consente uno studio particolareggiato dell’endometrio, ma l’esame diagnostico d’elezione è rappresentato dall’isteroscopia, che permette al medico una visualizzazione diretta dell’endometrio e anche l’esecuzione di biopsie mirate.

Evoluzione

Lo stadio del tumore dell’utero viene definito sulla base del sistema di classificazione FIGO (Federazione internazionale di ginecologia e ostetricia) o eventualmente di quello TNM, che si basano su tre caratteristiche principali: diffusione della malattia (T), coinvolgimento dei linfonodi (N) e presenza di metastasi (M). Il carcinoma dell’endometrio viene classificato in quattro stadi da I a IV.

Trattamenti

Il trattamento principale dell’adenocarcinoma dell’endometrio è quello chirurgico, ove possibile, e in casi selezionati può essere integrato da radioterapia e chemioterapia post-operatorie, denominate “terapie adiuvanti”, che hanno lo scopo di ridurre il rischio di recidiva di malattia. Alcuni casi possono essere inoperabili per un’estensione loco-regionale o a distanza di malattia tali da renderla troppo avanzata per essere eradicata dalla chirurgia. Anche in casi di malattie localizzate e potenzialmente operabili, in un 5-10% la chirurgia può non risultare fattibile a causa di controindicazioni mediche (dovute a comorbidità come problematiche cardiologiche, diabete, obesità) e dal rischio legato all’anestesia.

Diversi tipi di trattamento chirurgico vengono eseguiti sulla base dell’estensione della malattia. L’isterectomia è un intervento che implica la perdita della fertilità dal momento che senza l’utero è impossibile portare a termine una gravidanza. Nel caso di rimozione delle ovaie, inoltre, le donne ancora in età fertile andranno incontro anche a menopausa anticipata, con tutti i sintomi caratteristici quali vampate e sudorazioni notturne. In base allo stadio di malattia e alla valutazione di eventuali fattori di rischio, la paziente operata potrà essere sottoposta a radioterapia e/o chemioterapia a finalità adiuvante, allo scopo di ridurre il rischio di recidiva di malattia.

La radioterapia adiuvante è una tecnica che si basa sulla somministrazione di radiazioni ionizzanti in grado di attaccare le cellule tumorali. Ne esistono due tipi principali: la radioterapia a fasci esterni, nella quale la radiazione arriva da una fonte posta all’esterno della paziente, e quella interna o brachiterapia, che si basa invece sull’introduzione per via vaginale di piccoli “semini” radioattivi che rilasciano radiazioni dall’interno.

Negli ultimi anni, la ricerca ha progredito nello sviluppo di specifiche terapie, come l’immunoterapia e la somministrazione di farmaci a bersaglio molecolare, già utilizzate per il trattamento di numerosi altri tumori solidi e che gli studi hanno dimostrato essere di notevole beneficio anche per il tumore dell’endometrio. Tra le terapie più promettenti si possono citare il bevacizumab, un farmaco che agisce sull’angiogenesi, bloccando la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno del tessuto tumorale e quindi non consentendo la sopravvivenza delle cellule neoplastiche, e il pembrolizumab, un immunoterapico che, quando utilizzato per particolari casi di tumore endometriale, ha dimostrato dare ottimi benefici a queste pazienti.

Prevenzione primaria e secondaria

Ogni neoplasia, compreso il tumore endometriale dati i fattori di rischio correlati, risente di corretti stili di vita. Quindi è necessario astenersi dal fumo, seguire la dieta mediterranea, praticare attività fisica costante e limitare il consumo di alcol. Non esiste ad oggi uno screening specifico per quanto riguarda il carcinoma endometriale sporadico (che insorge in donne non portatrici di sindrome di Lynch): fondamentale è l’adeguata sorveglianza dei sintomi suggestivi specialmente in donne in età post menopausale che sono quelle maggiormente a rischio di sviluppare la patologia. Nelle donne portatrici di Sindrome di Lynch, la dimensione del rischio di tumore del colon e dell’endometrio è tale da giustificare il ricorso a programmi di sorveglianza clinica e di eventuale prevenzione chirurgica per i tumori ginecologici.

Fonti

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